BEST 2017 ALBUMS

Questo 2017 è stato un anno particolare per i miei ascolti musicali. Infatti dopo anni di trend discendente, o comunque contraddistinto da pochi ascolti rispetto agli anni precedenti, sono tornato alle medie dei tempi pre lavoro. Andando a guardare le classifiche di last fm, questo 2017 si piazza come 4 anno con più ascolti in assoluto a partire dal 2006, anno in cui ho iniziato a tracciare i miei ascolti. Il perchè di questo 2017 musicale non mi è ancora chiarissimo. I bimbi sono più grandi e posso ascoltare più musica. Mi sono comprato delle cuffie wireless che hanno reso più semplice ed invitante mettetele in testa e dedicare quella mezz’ora al giorno. Ma magari ho solo più bisogno di musica. Non mi importa, fatto sta che la classifica di quest’anno è composta da dischi che ho ascoltato tanto (rispetto al passato) quindi il mio giudizio positivo è più ponderato.

Ho messo un voto indicativo e scritto i pezzi che più mi sono piaciuti per ciascun album. I dischi li ho divisi per macro generi e li ho ordinati per voto decrescente. Pur non essendoci una vera e propria classifica, i primi dischi per ogni categoria sono (mediamente) quelli che mi sono piaciuti di più! Ad ogni modo, molti dei dischi che mi sono più piaciuti quest’anno non sono del 2017, ma li ho ascoltati solo quest’anno. I miei due dischi del 2017 sono Rafael Anton Irisarri – The Shameless Years e Alfa Mist — Antiphon.


ELETTRONICA – AMBIENT

Quest’anno non c’è stato il “discone” di elettronica come nei precedenti (niente Jon Hopkins o Andy Stott). Ad ogni modo Iriasarri ha tirato fuori un gran disco Ambient, come piacciono a me, rumorosi ed emozionali. Bvdub ha sfornato il suo ennesimo disco, questa volta superiore rispetto alla media e, grazie ad una ristampa, ho recuperato un gran disco del 2001, Loop-Finding-Jazz-Records, che fosse uscito quest’anno sarebbe stato il mio disco. Buone prove, di Bonobo, sempre più catchy (molto apprezzato dai miei figli) e Forest Sword.


shameless yearsRafael Anton Irisarri – The Shameless Years (2017 – Umor Rex Records) [Ambient Drone

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Ho gia scritto di questo splendido disco e di come Irisarri abbia colmato il vuoto lasciato dai lavori non eccelsi dei miei Drone Heros preferiti. Uno di questi dischi ambient rumorosi ma emozionali, che sanno colpirti con maestosi crescendo che saturano ogni spazio. Ad ogni modo qui ne scrivo per esteso.

Un paio di canzoni: Sky Burial, Indefinite fields, Bastion


 Loop-Finding-Jazz-RecordsJan Jelinek — Loop-Finding-Jazz-Records (2001 – Delsin) [Glitch, IDM, Minimal] 

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Una autentica scoperta. Un disco fulminante. Galeotto fu la ristampa, con conseguente nuova review su Resident Advisor. Un disco perfetto nella sua capacità di mediare techno, glitch ed elettronica minimal. in giro trovo pochissime recensioni e non ho idea di come sia possibile, un disco del 2001 che non solo è attualissimo ma spacca di brutto.

Un paio di canzoni: Moiré (Piano & Organ), They, Them, Them, Their 


bvdub-heartlessBvdub — Heartless (2017 – n5MD) [Ambient] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

bvdub, nome d’arte di Brock Van Wey, è in pochi anni diventato uno dei miei artisti preferiti a tutto tondo. Scoperto per caso, i suoi proverbiali dischi contraddistinti da lunghi pezzi ambient in crescendo, sono diventati una costante dei miei ascolti. Devo ammettere che la strana empatia che questi dischi mi provocano, probabilmente non è per tutti. Ad ogni modo, l’effetto su di me è straniante. Le sue lunghissime melodie ambient, costruite con stratificazioni successive, pezzetto dopo pezzetto, sono in grado di rapire e ammaliare l’ascoltatore che sia disposto ad abbandonarsi alle sue composizioni. Non è da meno questo Heartless, ennesima prova dell’artista. Ennesima, lunga, cavalcata ambient. Ennesimo disco da ascoltare a ripetizione. In attesa del prossimi.

Un paio di canzoni: Sleepless, Limitless


ChristianLofflerMareChristian Löffler — Mare (2016 – Ki Records) [Techno, Deep, folktronica, idm] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Techno, House, elettronica “di classe”. Questo è Mare di Christian Löffler. Un disco che si lascia ascoltare e che non disdegna di far ballare, anche se con stile. Passa da delicati affreschi elettronici (youth, Pigment) a brani più dance (Lid, Neo) e pezzi più pop con tanto di cantante (Mare, Vind). Un disco piacevolissimo che si lascia ascoltare senza stancare. Più di un ora di bella musica.

Un paio di canzoni: Myiami, Krone, Neo, Mosaics


3636 – Tomorrow’s Explorers (2017 – 3six Recordings) [Space Ambient] 

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

36 aveva stupito tutti (o almeno me) con un esordio fulminante, quell’Hypersona che nel lontano 2009 aveva guadagnato l’attenzione di molti. Ora, nel 2017, ritorna nella mia lista di dischi dell’anno grazie a questo album di space ambient, nella quale si respira l’immensità dello spazio. Un disco composta da 4 lunghi pezzi che ci portano in giro per le galassie e fanno respirare la grandezza dell’universo. Davvero. Non sono le solite iperboli da recensione emozionale. Un disco di ampio respiro e di cosmic music come non se ne sentivano da tempo.

Un paio di canzoni: Orphans of the sky, Tomorrow’s Explorers


 bonobo-migrationBonobo – Migration (2017 – Ninja Tune) [downtempo, indietronica] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Era difficile per me prevedere che Bonobo riuscisse a superare quel Northern Borders del  2013 che tanto mi aveva colpito. Tant’è che al primo impatto questo Migration non mi aveva colpito più di tanto. Tuttavia, complici alcuni video musicali davvero ben fatti ed un ascolto non superficiale del disco, mi hanno fatto cambiare idea. I pezzi sono tutti molto belli e ottimamente arrangiati. Ti entrano in testa a poco a poco. Niente di innovativo, ma certamente un disco delicato ed in grado di colpire l’ascoltatore.

Un paio di canzoni: Migration, Bambro Koyo Ganda, Kerala


greg-haines-where-we-wereGreg Haines — Where We Were (2013 – Denovali) [synth-ambient] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Disco del 2013 che, non so come, era sfuggito dai miei radar di musica Ambient. E’ questo è un male visto che “So it Goes” è indubbiamente uno dei mie pezzi preferiti dell’anno. Pezzo classico di droni in crescendo che ti verrebbe da mettere a volumi da perdita dell’udito. Ma tutto il disco è notevole.

Un paio di canzoni: So It Goes


ForestswordsForest Swords — Compassion (2017 – Ninja Tunes) [elettronica] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Forest Swords mi aveva colpito con il precedente Engravings, disco magnifico del 2013. Ora il nostro era atteso alla prova di maturità e questo Compassion centra in parte le aspettative. Il suono cambia, meno “follia” più suoni cupi e “puliti”. Rimane il binomio digitale-analogico, chitarre e laptop, nella fase di produzione con l’aggiunta di componenti orchestrali, sia suonate che campionate, a creare ambienti maestosi. Punto focale del disco è l’alternanza tra atmosfere claustrofobiche e tetre, e divagazioni etniche dal fascino ammaliante anche se non totalmente rassicurante. In definitiva un disco che si allontana dal precedente ma che rimane comunque un ottima prova.

Un paio di canzoni: War It, Border Margin Barrier, Vandalism


MODERN CLASSICAL – CONTEMPORARY JAZZ

L’anno scorso neanche esisteva come categoria. Tutto perso nell’elettronica o nel metal. Invece sarà l’età, sarà che certa ambient è a confine con la classica, sarà che ogni tanto serve qualcosa di delicato che ti culli prima di addromentarsi, fatto sta che mai come quest’anno ho ascoltato modern Classical. Apripista è stato il buon Nils Frahm che nel 2016 mi ha ammaliato con il suo Spaces. Quet’anno invece è stato il duo Paterlini / Max Richter ha tenuto banco. Il primo con un disco (Autumn Stories) che si potrebbe ascoltare in loop per ore ed ore. Il secondo con una serie di dischi uno più bello dell’altro. Insomma, al momento il tempo dedicato al modern classical è equivalente a quello speso per l’elettronica e non me ne dispiaccio per nulla. Menzione speciale per Alfa Mist che tira fuori una vera bomba con quel Anthiphon. Ascoltatevi Keep On e ditemi se non è pura magia.


autumnstoriesFabrizio Paterlini – Autumn Stories (2012 – Fabrizio Paterlini Records) [Modern Classical

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Il mio disco dell’anno (pur essendo del 2012). Paterlini compone un disco di delicatissime melodie con il suo fidato piano. Una capacità di emozionare innata. Ogni brano è poesia. Bello come pochi. Disco che mi ha aperto al modern classical più “puro”, ovvero non contaminato da elementi di elettronica (come Nils Frahm). Sarà anche che crescendo (per non dire invecchiando) sto diventando sempre più aperto a musica classica (in questo caso nel vero senso del termine). Disco bello come pochi. Paterlini nei successivi dischi non è più riuscito ad emozionarmi come con questo Autumn Stories, pur mostrando comunque grande talento. Ne ho scritto qui.

Un paio di canzoni: Week #3, Week #5, Week #6, Week #8, Week #9


antiphonAlfa Mist — Antiphon (2017 – Pink Bird Recording Co) [Contemporary Jazz] 

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Una autentica rivelazione. Scoperto grazie alla prima traccia del disco, Keep on, una autentica perla. Il disco non è ne pienamente jazz ne pienamente soul, alternative hip hop, o chissà quale altra etichetta vi venga in mente. Questo è uno di quei dischi che vanno sentiti senza schemi in testa. Ne ho scritto qui.

Un paio di canzoni: Keep on, Nucleus, Breathe


The_Blue_NotebooksMax Richter — The Blue Notebooks + Songs From Before (2004/2006 – Fat Cat) [Modern Classical] 

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Altro compositore di cui mi sono innamorato quest’anno. Difficile identificare un disco in particolare. Sicuramente The Blue Notebooks è notevole, ma lo sono quasi tutti i lavori di Ritcher. Le orchestrazioni sono spesso integrate, in maniera impeccabile e trasparente, da beat elettronici provenienti da strumentazione in parte analogica e in parte digitale. In questo più vicino ad un Frahm che ad un Paterlini. Il nostro si muove ai confini tra elettronica e Modern Classical mantenendo il meglio dei due generi.

Un paio di canzoni: On the Nature of Daylight, Shadow Journal


theeyeoftimeThe Eye Of Time — Myth I: A Last Dance for the Things We Love (2016 – Denovali Records) [Neo-Classical, Dark Ambient] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Marc Euvrie ci delizia con un disco difficile da catalogare. Si c’è il piano ma anche l’elettronica. Le melodie sono molto cupe, cosi come i titoli dei brani e tutta l’atmosfera del disco è pesante. Ma questo non fa altro che colpirmi ancora di più. Un disco non per tutti e non per tutti i momenti. Ma comunque un gran disco.

Un paio di canzoni: L’enfer Ce N’est Pas Les Autres C’est Moi, A Last Dance For The Things We Love


TurmalinturmFogh Depot — Turmalinturm (2016 – Denovali Records) [Contemporary Jazz, Experimental, Future Jazz] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Difficile trovare qualcuno che ne parli in giro. Non chiedetemi come mai, perché il disco è bellissimo. Anche qui disco solo strumentale che amalgama in modo magistrale nu-jazz, modern classical ed elettronica. Turmalinurm è un mix meraviglioso e sorprendente di vari generi sotto l’egidia di melodie melanconiche. In certi brani ricordano i Portico Quartet, altrove ci sono un momenti di jam slow jazz incastonate in melodie elettroniche, basso malinconico e batteria. I Fogh Depot rilasciano senza dubbio 7 tracce fuori dal comune.

Un paio di canzoni: Oscar, Who The Last Says No


clem-leek-americaClem Leek — America (2017 – YEN) [Ambient, Modern Classical] 

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Delicato disco di Modern Classical, alcuni brani notevoli come streets o skyscraping. Uno spruzzo di elettronica ed il disco è servito.


Tides-Awake

Angus MacRae — Tides/Awake (2016 – Deutsche Grammophon) [Modern Classical] 

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Come sopra, solo che qui le atmosfere sono più cupe e il piano la fa da padrone indiscusso. Notevoli Wolves e Awake.


ROCK – ALTERNATIVE – METAL


Marnero-lamaloraMARNERO – La Malora (2016 – ToLoseLaTrack) [Metal, Hardcore, Noise

[xrr rating=4.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Il disco dei Bolognesi Marnero, che quelli bravi vi diranno essere l’ultimo capitolo della una “trilogia del Fallimento”, è, in termini tecnici, una bomba. Un disco solido e compatto come pochi, a cavallo tra metal ed hardcore. Urlato e pieno di pezzi quadrati. Massiccio, ben suonato, con una forza e dei crescendo splendidi. Pur essendo un anno all’insegna del modern classical e dell’ambient più rarefatta sono questi i dischi che mi rimettono in pace con la musica “rumorosa”. Il disco è del 2016 ma poco importa.

Un paio di canzoni: Specchio Nero, L’Altro Lato, L’ubriaco ed il cieco


vacanzaGomma — Toska + Vacanza (2017 – V4V) [Emo, Rock] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Uno dei gruppi indie rock rivelazione di questo 2017. Bello il disco, splendido l’EP. non mi dilungo troppo perchè ne ho scritto QUI. I quattro casertani ricordano i Fine before you came e questo non è che un bene. Le canzoni sono dirette con quella vena malinconica, emo appunto, che mi fa impazzire. In definitiva un gruppo da seguire e un disco ed un ep da consumare. In grado di tirare fuori quel ragazzino che alberga ancora in voi!

Un paio di canzoni: tutte quelle dell’EP


tarentel-from-bone-to-satelliteTarentel — From Bone to Satellite (1999 – Temporary Residence) [Post Rock

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Il post Rock è morto. Dopo il boom degli anni 00 e dei primi anni 10, il genere è imploso su se stesso, facendomi passare da 10 dischi all’anno minimo di “post rock” agli attuali 0. Una morte lenta ed inevitabile, vista anche la cristallizzazione del genere su canoni immutabili. Quindi per trovare un disco di post rock da ascoltare sono dovuto tornare indietro fino al 1999 con questo bellissimo disco dei Tarentel.  Più di un ora di epicità strumentale. La prima e terza traccia sono quanto di meglio si possa chiedere se si ha la pazienza di farsi rapire dal crescendo lungo altre i 10 minuti.

Un paio di canzoni: Steede Bonnet, For Carl Sagen


king-krule-the-oozKing Krule — The OOZ (2017 – XL) [ art-rock] 

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Per molti uno dei dischi dell’anno. Quindi troverete molte recensioni in rete, lascio a loro il compito di parlarvene!


adeeperunderstandingThe War on Drugs — A Deeper Understanding (2017 – Atlantic) [roots-rock, heartland

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Non è il precedente disco, che continuo ad ascoltare a discapito di quest’ultimo, ma comunque i The War on Drugs fanno un bell’album con belle canzoni ma nulla di più.


Sleep_Well_BeastThe National — Sleep Well Beast (2017 – 4AD) [chamber-rock, songwriting

[xrr rating=3/5 label=”Voto al Disco:”]

Discorso analogo al precedente per i The National. Bel disco ma siamo lontani sia dal precedente che da Boxer. Intanto si ascoltano aspettando il prossimo disco.


POP – FOLK


ulver-assassinationUlver — The Assassination of Julius Caesar (2017 – House Of Mythology) [dark-pop

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Che vi devo dire? Altro disco degli Ulver, altro cambio di rotta. Ma non si può neanche parlare di questo. Gli Ulver non sono un genere ma ormai un marchio di fabbrica di bei dischi. E bisogna essere molto aperti per seguire il loro sviluppo dal Black Metal, passando per infiniti generi e variazioni, fino a questo disco Pop (a modo loro). Resta il fatto che i nostri ormai sono maestri nella composizione, e non può non uscire fuori un dico meno che eccellente.

Un paio di canzoni: Nemoralia, Southern Gothic


infedele-colapesce-coverColapesce — Infedele (2017 – 42 Records) [synth-pop, songwriter

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Sempre bravo Colapesce. Sempre in grado di comporre canzoni notevoli sia da un punto di vista di melodie ed arrangiamenti, che da un punto di vista dei testi.

Un paio di canzoni: Maometto a Milano, Compleanno, 


disco-san-diego-cover-ts1510561925San Diego – Disco (2017) [Pop

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Niente di speciale, ma mi ha divertito e intrattenuto. Ne ho scritto qui.

Un paio di canzoni: Acquagym, Paperopoli


charangoMorcheeba — Charango (2002 – Warner Bros) [Trip Hop, Downtempo

[xrr rating=3.5/5 label=”Voto al Disco:”]

Anche qui un pizzico di fortuna. Big Calm lo comprai in CD originale. Poi me li sono persi. Adesso questo Charango che mi intrattiene durante l’estate. Bel disco, belle melodie. i due pezzi di apertura del disco sono meravigliosi.

Un paio di canzoni: Slow Down, Otherwise


randallDave Randall — Eight Storeys (2004 – Spacious Music) [Ambient]

[xrr rating=4/5 label=”Voto al Disco:”]

Scoperto grazie alla solita proverbiale segnalazione di Manuel, il disco è un delicato affresco di morbide canzoni che ti cullano.