Ieri ero ad un concerto. Non importa che concerto fosse (Mono). Quello che conta è che fossi ad un concerto. Io ho bisogno di andare ai concerti. E, aimè, questa cosa l’ho scoperta tardi. Quando ormai di concerti me ne ero persi tanti. Troppi. Ma recupero. Poco a poco. Forse.

A Palermo di concerti non ce n’erano. Almeno non di quelli che cercavo io. Non c’erano locali. O meglio. Diciamo che non c’era il Circolo degli Artisti. Ma neanche l’Init. Neanche il Traffic se è per questo. Niente. Ricordo l’emozione e l’incredulità quando vennero a suonare (era il 2004 mi pare) i Giardini di Mirò. O i Marta sui Tubi (che pure siciliani sono). Addirittura riuscii a vedere i Subsonica! Un concerto all’anno ben che andasse. Un lusso.

Qualche concerto “grande” c’era. Ma non sono quelli i concerti che voglio vedere. Quelli che cerco. Fumi di persone. Arene immense e sconfinate. Casse su casse su casse. File chilometriche. No.

Maxi schermi. Maxi palchi. Maxi Gruppi. Ci sono andato. Metallica ad esempio. The Cure. Ma. Ma non sono quelli i concerti che voglio vedere. O almeno questo è quello che ho scoperto quando mi sono trasferito in una città dove di concerti ce ne sono abbastanza. Roma. 

Il primo anno ho visto quasi un concerto a settimana. Giuro. Il mio profilo su Last.fm è li a ricordarmelo. Ed è stato a quegli appuntamenti fissi con la musica dal vivo che ho capito. Che ho capito tutto. Quello che cercavo non erano Stadi o grandi Arene. Non era neanche la possibilità di ascoltare i miei artisti preferiti dal vivo. Vederli li a pochi passi che suonano le mie canzoni preferite. Non solo. Anche. Ma non solo quello.

Il primo è stato Micah P. Hinson. Nel 2007. Non sapevo chi fosse. Andai comunque ad un suo concerto e tutto divenne chiaro. Ma anche i !!! (chk chk chk). Ascoltati poco. Visti anche loro dal vivo e. E scoprire che andare a vedere un gruppo dal vivo ed innamorarsene in quel momento è un’ emozione unica.

Trovarsi con quattro cristiani contati a vedere i Bachi da Pietra. Rendersi conto di cosa si sono persi tutti quelli che non sono venuti. Gioire di essere almeno tu li. A goderti lo spettacolo. Essere tra i primi e pochi fan degli Offlaga Disco Pax. Toti Poeta. Stateless.

E tanti altri. Ne ho visti tanti altri cosi. Come  quando andai a vedermi gli Spiritual Front al Traffic. Una specie di cantina. Palco alto 10 cm massimo. In pratica a 3 metri dal cantante. Dal gruppo. La sensazione di disgusto. Ma che schifo di posto è questo? E poi rendersi conto che quello è uno dei modi più genuini di godersi un concerto. Come se suonassero a casa tua. Come se suonassero a te.

Poi ho visto anche gente più famosa. Che amavo gia da prima di sentirli dal vivo. Slint. Massimo Volume. port-royal. Sigur Ros. Mogwai. Tuttavia  ancora non sono in grado di dire quando e quanto un gruppo è seguito. Quanta gente verrà a vedere il Teatro degli Orrori (oggi sold out al circolo con mio sommo stupore)? E gli Amor Fou (concerto semi deserto all’Alpheus l’anno scorso)?

Ricordo lo sbigottimento al primo Sold Out dei Marta sui Tubi. Sold Out? Complimenti. O le corse per arrivare presto per prendere i biglietti dei 65daysofstatic che reputavo seguitissimi e invece. Insomma. Non ne ho mai azzeccata una.

Vado a vedermi Le Luci della Centrale Elettrica e trovo un botto di gente. Poi Uochi Toki suona davanti a poche decine di persone. O Shannon Wright. Boh. Sinceramente. Poco me ne importa.

Quello che cerco. Quello che spero di trovare è lo stupore nel live. Sentire quel gruppo che ho ascoltato poco. Che non mi aveva convinto. O di cui avevo solo sentito parlate bene. E lasciare che mi lascino a bocca aperta. Mentre suonano e mi incantano. Sorridere durante tutta la performance pensando allo scherzo che mi hanno fatto. A come mi hanno conquistato.

Infatti ai Mono sono andato lo stesso. Anche se l’ultimo album non mi è piaciuto. Ma non si sa mai.

Peccato che non sia andata bene neanche dal vivo. Peccato.


GiampaoloM

Ascolto Musica, vado a Concerti, Scatto foto. Vivo a Roma.