Non amo i gruppi famosi. Ascolto giusto gli album composti quando non erano ancora famosi. Quelli. che. li. hanno. resi. famosi. Che so, Pornography dei Cure, Toxicity dei System of a Down, Without you i’m Nothing dei Pacebo o The Origin of Symmetry dei Muse. Non so perchè sono così. A che mi ricordi non sono mai stato veramente fan di nessun gruppo. Nessuno. 

Niente magliette. Niente “cimeli”. Niente pazzie, Niente.

Niente trasferte per vedere un gruppo dal vivo. Se vengono. Bene. Se no. Peggio per loro. Si, ho visto gli Slint o i Massimo Volume dal vivo. Due gruppi che adoro. Ma hanno suonato a casa mia, al Circolo degli Artisti. Quando i Portishead sono passati per Firenze con il loro splendido Third (e io adoro i Portishead), beh, non sono andato. Niente. 

Ricordo giusto lo stupore ascoltando i Nirvana. Ma anche li era solo un’infatuazione. Comprai Nevermind originale e quello fu l’unico gesto da Fan che feci. Mi dispiacque un pò quando Kurt è morto. Stop.

Poi sono peggiorato. Audiogalaxy (una sorta di Napster) e Internet (nell’incarnazione del newsgroup it.arti.musica.metal) mi mostrarono cosa era la musica. Dove poteva arrivare. Passai da Radio Deejay e la sua musica al Black Metal ed il suo rumore saltando tutto quello che c’era in mezzo. Come trovarsi Lunedi nel brodo primordiale e svegliarsi Martedi al 100° piano di un grattacielo al centro di New York.

La cosa non mi face bene. Alla mia incapacità di essere (veramente) Fan di un gruppo si è aggiunta un’ulteriore regola. Se un gruppo che mi piace diventa famoso, beh, smetto di ascoltarlo.

Non è snobbismo. Non è lotta contro l’industria musicale. No.

E’ la novità ad ogni costo? Forse. E’ la ricerca perenne di nuove nicchie inesplorate? Forse. Il diverso? Boh. Fatto stà che raramente ascolto nuovi album di band famose. Ci sarebbe da discutere sul termine “famoso”. Portishead famosi? Opeth? Sigur Ros? Tralasciamo 

Sta di fatto che ho scoperto i Radiohead e “Ok Computer”, quando ancora il grado di famosaggine o famitudine (fate voi) di un gruppo non era una discriminante per ascoltarlo. Album generazionale “Ok Computer”. Ed io avevo pure l’età giusta. Non divenni un loro fan ma comprai l’album. Originale. (per inciso nel 1997 non avevo ne ADSL ne Modem ne Internet ma un walkman Sony a cassette)

Ho ascoltato “Kid A” e “Amnesiac” quando stavo appena iniziando ad infilarmi nei crepacci dei generi estremi. E ”Kid A” e “Amnesiac” erano per me estremi. In perfetta sintonia con il mio percorso musicale.

Poi mi sono reso conto che i Radiohead sono famosi. Molto famosi. Troppo famosi per i miei (nuovi) standard. Quindi niente “Hail to the Thief”. Ma i Radiohead sono strani. Sono (si) famosi, ma in un modo tutto loro. Niente MTV. Poca pubblicità. Strani.

“In Rainbows” l’ho acquistato online. Pagandolo. Pagandoli. E l’ho anche ascoltato, l’album. Non avrei dovuto. Ma una possibilità non la si nega a nessuno. Glielo dovevo.

Beh. Cazzo di Album. Splendido. Davvero Splendido. Mortacci loro.

Ma non sono andato a vederli a Milano. Unica tappa italiana del Tour. Un po di persone che conosco sono andate. Ma io non sono un fan di nessuno. Quindi non sono andato. Niente.

Mi è dispiaciuto. Me ne sono pentito. 

Maledetti Radiohead. Maledette le mie cazzo di regole.


GiampaoloM

Ascolto Musica, vado a Concerti, Scatto foto. Vivo a Roma.