COME FARE A NON TORNARE

Etichetta: La Tempesta | Anno: 2013 | Genere: Post-Rock

fine before you came_Come fare a non tornareCredo di aver avuto sfortuna con i FBYC. Ne ho sempre sentito parlare, ma quando finalmente sono riuscito a mettere le mani su di un loro disco, questo era Ormai, che, si carino, canzoni da cantare a squarciagola, ma non mi disse granché… Così, non andai a recuperare Sfortuna e il tutto stava per finire nel nulla. Poi, leggendo le classifiche di fine anno (2013) mi trovo questo “come fare a non tornare” citato più volte. Cazzo, come hanno ragione! Un disco diretto, senza fronzoli, senza manierismi, solo musica, cuore e disperazione. Duro come può essere un disco composto da 5 persone che non hanno più tempo per dedicarsi alla musica, 5 musicisti che hanno superato quella fase in cui si poteva pensare di fare musica per lavoro. Il loro invece è rimasto uno (splendido) hobby e questo si sente forte, così come l’urgenza di comunicare, che poi domani si torna al lavoro, quello che serve per mantenere le proprie famiglie.

Il disco è composto da 5 tracce cupe, con quegli splendidi testi (ma meritano un discorso a parte) che non puoi non cantare e soffrire nel cantarli. Le canzoni rispetto al precedente sono più complesse, meno dirette, meno emo e più post rock con il risultato che la combinazione musica + testi diventa catartica. Ne è uno splendido esempio la conclusiva (e per me canzone più bella del disco e una delle piú belle ascoltate quest’anno) Dura, in cui Jacopo Lietti intona il suo mantra “Niente di tutto questo mi piace davvero / ma so che la mia fortuna è averlo” su di un giro ipnotico di chitarra in un crescendo che sembra non esplodere mai… Fino al passaggio finale “passo dalle vittorie alle sconfitte senza combattere battaglia alcuna” in cui la canzone si mostra in tutta la sua esplosiva cacofonia. Ma prima di parlare dei testi un piccolo inciso sul cantato. La voce del buon Jacopo (ora che mi sono fatto un minimo di cultura sulla discografia del gruppo) si è modificata con il modificarsi dello stile del gruppo, passando dalle urla di Sfortuna a questa sorta di “recitato” di quest’ultimo disco… Ma devo ammettere che a volte mi sarebbe piaciuto una maggiore “emotività” nel modo di cantare, ma probabilmente è un problema tutto mio. Infine i testi. L’altro elemento cardine dei FBYC. Elemento che permette (come dicevo prima), in combinato con la musica, di elevare ulteriormente il valore di ogni pezzo, solidificando la disperazione di alcuni passaggi, connubio perfetto, mix devastante. Qui c’è poco da parlare e molto da leggere. I testi infatti parlano da soli, senza bisogno di spiegoni o altro. Testi duri, diretti, universali e disillusi.

 

Battiamo i lividi per mantenerli sempre viola / per ricordarci che san fare ancora male / in queste strade che non percepiamo squallide / forse perché son le stesse delle case che affittiamo / a quella cosa che partire è un po’ morire non ci crediamo nemmeno un po’ / siamo così stanchi di discutere che assecondiamo le cazzate di un tassista che dovrebbe limitarsi a guidare / noi non sappiamo come fare a non tornare.Discutibile
Per quanto io mi sforzi non capisco l’eccezione che conferma la regola / eppure penso che in parte si riferisca a te / che le tue doppie negazioni non affermano mai / la soluzione ai miei problemi sembra sempre la causa dei tuoi / ci sono un paio di cose che proprio non tornano / nonostante questo / non cambieremo mai.Alcune Certezze
Rimane il segno della polvere a ricordare quello che si è scordato per secoli e che è di nuovo importante / dovrei gioire perché brilla di luce non mia / ma sento i pugni nello stomaco del senno di poi / la presa di coscienza / il gusto amaro dell’assenza / un giorno saremo seduti alla stessa tavola / tu ruberai il boccone buono dal piatto di un altro / non farai caso a quanto sporchi sono i miei jeans / e finalmente ascolterai cos’ho da dirti / non è vero che non ho imparato niente.Il pranzo che verrà

Conosco a memoria i nei che hai sulla schiena / se li unisco vien fuori una freccia che indica me / indica proprio me / come i bambini vorrei correggere i disegni / finché non fan schifo, il foglio si buca / e poi si convincon che va bene così / va bene proprio così / tutti quei nei che hai sulla schiena / non lasciar che li unisca mai / vai fuori di qui.Una Provocazione
Niente di tutto questo mi piace davvero / ma so che la mia fortuna è averlo / cosa vuoi che ti dica, vado avanti così finché dura / passo dalle vittorie alle sconfitte senza combattere battaglia alcuna.Dura

SFORTUNA

Etichetta: La Tempesta | Anno: 2009 | Genere: Emo, Punk, Post-Rock

sfortunaOgni volta che ascolto un disco che mi rapisce e questo disco non è il primo della band, beh, non posso fare a meno di recuperare i precedenti per vedere se vi sono altri bei dischi o solo per capire  il percorso seguito dal gruppo. Così ho fatto anche con i FBYC. “Ormai” lo conosco, ma non avevo ancora avuto modo di sentire “sfortuna”… È la mia sfortuna verso i FBYC si conferma. Questo disco ormai del 2009 è una autentica bomba. Qui la band era ancora indirizzata verso un punk /  rock con forti connotazioni emo e con qualche inserto post rock. Il buon Jacopo era ancora nella fase di cantato urlato, ma i testi sono già belli, diretti e disperati, così come l’umore complessivo del disco. Le canzoni sono istintive, viscerali e sopratutto sentite. Cantate, urlate con tutto il corpo. E poi quei testi! Prendete Fede o Buio e ditemi. Sette tracce che ti colpiscono al ventre e ti lasciano senza fiato. In particolare il trio di ingresso “lista”, “buio” e “fede” e da lacrime per quanto è bello e sofferto e diretto e disperato e autentico ed emozionale e.

Come ultima cosa, conferma della bontà e sincerità di questi cinque ragazzi, i loro dischi sono tutti disponibili in streaming gratuito sul loro sito. E vi assicuro che ne vale la pena.

 

Questa volta dimmi cose che non vuoi / Dimmi cose, solo quelle che non vuoi / Fai una lista delle cose che non vuoi / Dimmi solo cose che non vuoi.Lista
non aver paura del buio / meglio non vedere che cercare invano e non trovare / non riesci a dormire / pensi a me / e allora pensami che sto bene / col mio nuovo sorriso perpetuo / col mio andamento vacanziero / col mio corpo steso al buio / qua intorno non c’è che buio / io non ho paura del buio / meglio non vedere che cercare invano di evitare / il soffitto, attendo da ore che mi crolli addosso / ma non illuderti, non esiste risarcimento per quello che hai perso / buio, qua intorno non c’è che buio / mi concentro su un particolare e tutto mi è chiaro / vedo la nostra fine / solo una piccola parte di me risponde all’appello ma tu non la senti.Buio
tutti hanno smesso di chiedermi di te / non sei più niente / il tuo numero non lo ricordo più / non pesi niente / nella tua vecchia casa ora vive una coppia con un figlio / è un bambino silenzioso, vestito da adulto, con fare da adulto / il bar in cui andavamo a fare colazione ha cambiato gestione / ha la pretesa di essere pulito / serve brioches di cartone / ho regalato il tuo vecchio spazzolino a un povero senza una mano /mi ha chiesto “capo è sicuro?” / gli ho detto “io non la amo” / io non mi sono mai vestito da adulto / quella canzone che ascoltavamo andando al mare non l’ascolto più / non mi piace più / da quando tutti hanno smesso di chiedermi di teFede
ho sempre fatto il contrario di quello che avrei dovuto fare / se avessi fatto il contrario di quello che mi son sentito dire / non sarei andavo via quando tu urlavi resta per favore / sempre il contrario / sempre il contrario e viceversa / e adesso che tutto sembra apposto manco io, manchi tu / che dormi mentre gioco ai videogames / che mangio solo mentre sei a casa dei tuoi / ho addobbato un albero perchè volevi un natale / e quando sei tornata non lo hai nemmeno visto / te l’ho dovuto far notare io / e adesso che tutto sembra apposto manco io, manchi tu / oggi è una così bella giornata / e io vorrei che tu tornassi a casa per cena (luce dei miei occhi)Natale
vista da qui sei tutta al contrario / e quello potrebbe anche non essere un sorriso / quello non sembra più nemmeno il tuo viso / ascoltami, non è importante / parlami, non ricordo mai niente / piovono pietre da un cielo di cotone / i baci non dati il loro sapore / le cose non fatte il loro valore / le frasi non dette e pensate soltanto in fondo alle scale / e non mi sento al sicuro / neanche se mi copro il viso / finche rimango qui / all’ombra del tuo sorriso / all’ombra di te sospesa / a volte a testa in giù
come faremo ora che è tutto come prima / lascia questi vestiti sporchi in questa casa e aspettami altrove / ai colori pastello ho sempre preferito il nero / che senso aveva dirtelo (eri comunque adeguata) aspettami altrove / avrò paura di non riconoscerti / ma ho tutto il tempo per capire come fare a stupirti che la città è piccola e il viaggio incerto e il tempo no, non passa mai / e anche se sto fermo tu non passi mai, non passi mai / intanto è sempre più caldo / dalle finestre entran sirene / dai rubinetti esce sudore / e tu vestita di verde sei altrove / o sei un cerchio che si chiudeO è un cerchio che si chiude

ho tirato pugni da ogni parte solo per uscire da un sacchetto di carta / scoperto posti in cui dove parcheggi, in fondo, a nessuno importa / e camminato in tondo per ore e ore / senza mai guardare in alto per paura di ammettere di avere paura / ho chiamato i miei insuccessi sfortuna / maledetta sfortuna.Vixi

GiampaoloM

Ascolto Musica, vado a Concerti, Scatto foto. Vivo a Roma.

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